Israele ha già attaccato l'Iran?

(26 settembre) Le strutture cibernetiche degli impianti atomici iraniani sono state invase da un virus a cui gli organi dello spionaggio americano danno il nome di Stuxnet. Se è Israele che attacca, questo spiegherebbe lo strano silenzio mantenuto da qualche tempo in qua dalle autorità israeliane rispetto al cosiddetto ‘pericolo esistenziale’ rappresentato per Israele dal nucleare iraniano, che invece in passato veniva denunciato a ogni pie’ sospinto.

La notizia dell’epidemia che investe tutte le reti di computer iraniane, ma in modo particolare quelle d'uso nel nucleare, è stata diffusa dall’agenzia semiufficiale iraniana Mehr e ripresa dal New York Times. La fonte è il ministero iraniano che gestisce l’impianto atomico di Natanz e le numerose altre strutture, note o segrete, che partecipano al programma nucleare dell’Iran. L’annuncio tende a minimizzare l’effetto dell’infezione e non avanza per ora ipotesi sulla sua provenienza, ma se Tehran è impotente a difendersi o a rivalersi, potrebbe preferire non drammatizzare.

Secondo i commenti degli ambienti di “intelligence” a Washington, l’aggressività e sofisticazione tecnica dell’epidemia fanno ritenere pressochè certo che l’autore sia uno stato e non un’organizzazione privata. Stuxnet – la cui esistenza in forma meno complessa era nota da tempo – ha la capacità di autoriprodursi e attaccare le reti cibernetiche anche quanto sono spente. Se, applicando il principio del “cui prodest”, si ipotizza che l’invasione proviene Israele, ne segue una folla di interrogativi come: lo sapevano gli Stati Uniti? Hanno dato la loro collaborazione? Che natura ha un attacco di questo genere dal punto di vista del diritto internazionale?